Category: Sicurezza del browser

Questa categoria rinforza il browser con isolamento, permessi e pulizia. Spieghiamo profili e container per attività.

  • Sicurezza del browser: profili, permessi e isolamento per navigare senza timori

    Sicurezza del browser: profili, permessi e isolamento per navigare senza timori

    La sicurezza del browser non è una singola impostazione “magica”, ma un insieme di scelte che separano contesti, riducono i privilegi predefiniti e limitano quanto ogni sito o estensione può vedere di te. L’obiettivo è semplice: usare profili diversi per attività diverse, concedere permessi solo quando servono e far sì che ogni scheda sia il più possibile isolata dalle altre. Con questa struttura di base, anche un errore umano (clic su un link sbagliato, estensione curiosa, notifica insistente) ha un impatto molto più piccolo. La buona notizia è che i principali browser offrono già gran parte degli strumenti necessari: profili multipli, blocco/partizionamento dei cookie di terze parti, modalità HTTPS-Only, per-sito dei permessi e, dietro le quinte, processi separati per origin. Ti basta combinarli con qualche routine leggera: pulizia automatica dove serve, aggiornamenti sempre attivi e una mini-igiene sulle estensioni.

    Profili separati per contesti distinti: lavoro, personale e “rischioso”

    Crea almeno due profili: “Lavoro” e “Personale”, con segnaletica visiva diversa (tema/colore/icona) e accessi separati a posta, cloud e strumenti. In questo modo cookie, sessioni e cronologia non si mescolano e riduci gli errori tipici (documenti aziendali nel drive privato, riunioni aperte con l’account sbagliato). Aggiungi un terzo profilo “usa e getta” per test, shopping su siti nuovi e contenuti potenzialmente invadenti: qui abilita la pulizia automatica alla chiusura (cookie, storage, cronologia), mantieni zero estensioni e imposta “chiedi sempre dove salvare i download”. Se usi Firefox, i Container/“Multi-Account Containers” creano perimetri dentro lo stesso profilo; su Chrome/Edge/Brave/iOS/macOS usa i profili nativi o le “Profili Safari” e assegna a ciascuno set di segnalibri e motore di ricerca dedicati. Piccolo trucco di disciplina: apri link di lavoro solo dal profilo di lavoro (o browser gestito) e tutto il resto dal profilo personale; se ricevi un URL via chat, copialo e incollalo nel profilo giusto.

    Permessi minimi e per-sito: notifica, microfono, posizione e download sotto controllo

    Imposta i permessi sensibili (notifiche, microfono, fotocamera, posizione, clipboard, pop-up, download multipli) su “Chiedi prima” a livello globale, poi crea eccezioni solo per siti che ne hanno reale bisogno (videoconferenze, mappe, webapp interne). Togli la geolocalizzazione precisa dove non serve e preferisci l’approssimata; disattiva le notifiche per i siti non essenziali e consenti solo per servizi che usi attivamente (calendario, posta). Nelle impostazioni “Sito per sito” rivedi periodicamente la lista delle eccezioni e rimuovi ciò che non riconosci. Mantieni disabilitata l’esecuzione automatica di contenuti potenzialmente abusabili (pop-up, redirect aggressivi, download in serie) e, su Safari, spegni l’opzione che apre “automaticamente i file sicuri” dopo il download. Un permesso negato una volta è un secondo di frizione; un permesso concesso per errore è spesso una settimana di fastidi o rischi superflui.

    Isolamento, HTTPS e privacy: recinti stretti per ogni origin

    Assicurati che il blocco o la partizione dei cookie di terze parti sia attivo: riduce tracciamento cross-sito e molte tecniche di session fixation. Abilita la modalità HTTPS-Only (o “carica sempre siti sicuri”): i browser tenteranno la versione cifrata e ti avviseranno se non è disponibile, evitando downgrade silenziosi. Mantieni attivo l’isolamento per-sito (di default nei moderni browser) che esegue ogni origin in un processo separato, limitando gli effetti di un eventuale bug di memoria. Per il profilo “rischioso”, combina isolamento con pulizia all’uscita, DNS sicuro (DoH/DoT) e nessuna estensione: è l’ambiente ideale per modulistica, preventivi, comparatori e pagine mai viste prima. Ricorda che la “navigazione privata” non è un mantello dell’invisibilità: serve a non lasciare tracce sul dispositivo, non a renderti anonimo verso i siti. Per attività sensibili (banking, pagamenti, PII) usa un profilo dedicato, senza estensioni, con segnalibri statici e accesso diretto digitando l’URL, non passando da motori di ricerca o link email.

    Estensioni e compilazione automatica: meno è meglio, con regole chiare

    Le estensioni sono potenti quanto rischiose: installa solo quelle indispensabili, dal catalogo ufficiale, controlla i permessi richiesti e disattivale per impostazione predefinita sulle schede in incognito/privato. Evita componenti che “possono leggere e modificare tutti i dati su tutti i siti” se non sono di assoluta fiducia; in alternativa, limita la visibilità a “solo al clic” o “solo su siti specifici”. Aggiorna automaticamente e rimuovi quelle non usate da 90 giorni. Per password e pagamenti, usa il password manager del sistema o di un vendor affidabile con passkey/FIDO2 attive; disattiva l’autofill carte e PII su siti sconosciuti e controlla che l’autocompilazione avvenga solo sul dominio previsto (stesso eTLD+1). Quando fai acquisti, verifica l’URL e preferisci schede “pulite”: un’estensione eccessiva o un form-grabber mal configurato sono più pericolosi del sito stesso.

    Dati, download e routine: pulizia automatica dove serve, logica ovunque

    Nel profilo “usa e getta” imposta la cancellazione dei dati alla chiusura; negli altri, programma una pulizia mensile di cookie obsoleti, storage locale e autorizzazioni inattive. Attiva l’opzione “chiedi dove salvare” per i download, usa una cartella dedicata ai file temporanei del web e disattiva l’apertura automatica dei file scaricati. Visualizza PDF nel visualizzatore integrato del browser invece di lanciare plugin esterni, riducendo la superficie d’attacco. Tieni gli aggiornamenti del browser su “automatico” e riavvia quando richiesto: molte patch risolvono vulnerabilità reali sfruttabili sul web. Infine, adotta un piccolo rituale settimanale di 2 minuti: rivedi le eccezioni dei permessi, le estensioni recenti, i download non archiviati e i suggerimenti di sicurezza del browser. Sono gesti rapidi che mantengono alta la barriera senza trasformare la sicurezza in un lavoro a tempo pieno.

     

  • Sicurezza del browser: pulizia automatica e container per sito per la massima protezione

    Sicurezza del browser: pulizia automatica e container per sito per la massima protezione

    La protezione reale inizia quando separi i contesti e limiti ciò che ogni sito può fare e ricordare di te, senza trasformare la navigazione in un percorso a ostacoli. L’idea pratica è semplice: usare container o profili distinti per isolare attività diverse, accompagnandoli a una pulizia automatica che rimuove cookie e archivi locali dove non servono, mantenendo invece attive eccezioni mirate per gli strumenti indispensabili. In parallelo, bloccare gli script aggressivi in modo selettivo, forzare HTTPS e mantenerne il controllo per sito impedisce a pubblicità invadente, tracciatori e tentativi di phishing di rovinare prestazioni e privacy. Funziona perché riduci i privilegi predefiniti e perché ogni eccezione è consapevole e reversibile: i siti essenziali restano fluidi, quelli “usa e getta” non lasciano impronte, e tu navighi con fiducia con il minimo sforzo quotidiano.

    Container e profili separati: contesti chiari che non si contaminano

    Separare il lavoro dal personale e dall’“esplorazione” è il primo passo per ridurre errori e tracciamenti incrociati. Un profilo o container “Lavoro” tiene dentro posta, strumenti e cloud aziendali, con estensioni solo necessarie e aggiornate; un profilo “Personale” accoglie banca, e-commerce e social, con un set di preferiti e password indipendente; un terzo profilo “Usa e getta” serve per siti nuovi, preventivi o prove, senza estensioni e con pulizia totale alla chiusura. Il beneficio è immediato: cookie e sessioni non si mescolano, i login non “saltano” tra schede e i dati di compilazione automatica rimangono nel perimetro giusto. La disciplina è leggera ma decisiva: aprire i link di lavoro nel profilo di lavoro, digitare direttamente gli URL sensibili come l’home banking invece di passarci da motori di ricerca o e-mail, mantenere temi e icone diverse per riconoscere a colpo d’occhio dove ti trovi. Se un sito rompe le regole, lo fa solo dentro il suo recinto.

    Pulizia automatica con liste di eccezione: memoria corta dove serve, lunga dove conviene

    La pulizia aggressiva indiscriminata fa uscire di continuo dagli account e frustra; quella intelligente si basa su regole. Imposta l’eliminazione automatica di cookie, cache e storage alla chiusura nel profilo “Usa e getta” e, negli altri, limita la pulizia ai domini non essenziali, mantenendo una lista bianca di siti che devono ricordarti (posta, calendario, banca, servizi di identità). La forza del modello è che gran parte della navigazione quotidiana non necessita memoria persistente, mentre le poche eccezioni diventano esplicite e documentate. Una revisione mensile della lista delle eccezioni rimuove domini che non usi più e mantiene l’attrito basso. Quando un login smette di restare, guarda prima se è finito fuori whitelist; quando un sito accumula dati in modo eccessivo, verifica lo storage per quel dominio e applica la cancellazione selettiva senza toccare gli altri. In questo equilibrio, il browser resta leggero e prevedibile senza farti rifare la trafila di autenticazione dove non ha senso.

    Bloccare script aggressivi senza rompere i siti critici: controllo per sito e diagnostica rapida

    Il blocco di tracker e script ostinati migliora privacy e performance, ma va dosato per non spezzare funzioni legittime. Imposta un livello di protezione predefinito che filtra tracciamento noto e fingerprinting, quindi usa il switch per sito quando incontri applicazioni mission-critical come videoconferenze, editor online e portali bancari, riducendo temporaneamente la severità solo per quel dominio. Se una pagina appare “vuota” o i pulsanti non rispondono, la diagnosi rapida è semplice: ricarica disattivando temporaneamente il blocco avanzato per quel sito, verifica l’elemento che non funziona e riattiva il filtro appena conclusa l’operazione. Mantieni estensioni poche e affidabili, evita quelle con permessi “leggi e modifica su tutti i siti” se non indispensabili, e prediligi la modalità “attiva al clic” per gli strumenti che usi di rado. In questo modo i siti essenziali girano puliti, quelli rumorosi vengono domati e la tua superficie d’attacco resta minima.

    Isolamento per sito, HTTPS e DNS sicuro: recinti tecnici che lavorano in silenzio

    L’isolamento che esegue ogni origin in un processo separato impedisce che un errore in una scheda “sporchi” le altre e aiuta contro attacchi che tentano di oltrepassare confini di memoria. Attiva e mantieni la modalità “solo HTTPS”, così il browser forza la versione cifrata e ti avvisa quando non è disponibile, evitando downgrade silenziosi. Completa con DNS sicuro su DoH/DoT per ridurre intercettazioni e manipolazioni a monte del browser. Per i contesti più delicati come banking o gestione identità, usa un profilo dedicato senza estensioni e con segnalibri statici, evitando link intermedi. Se temi il tracciamento cross-sito, lascia abilitata la partizione dei cookie di terze parti e lo storage per-sito: il risultato è che ogni dominio vive nel suo recinto e le “briciole” non seguono la tua navigazione.

    Aggiornamenti, report di privacy e igiene settimanale: sicurezza che non pesa

    Le difese funzionano se restano fresche e trasparenti. Lascia aggiornamenti automatici attivi per browser ed estensioni e riavvia quando richiesto, perché molte patch chiudono vulnerabilità sfruttabili nel mondo reale. Consulta periodicamente il report di privacy del browser: vedere quanti tracker sono stati bloccati, quali permessi sono stati concessi e quanto storage usano i siti principali ti aiuta a rifinire le eccezioni con criterio. Mantieni una breve routine settimanale: rimuovere estensioni non usate, svuotare i download rimasti in sospeso, verificare che i siti in whitelist siano ancora “degni”, controllare che l’autocompilazione non sia attiva dove non dovrebbe. Se devi scaricare file eseguibili o archivi compressi, modifica l’impostazione predefinita per chiedere sempre la destinazione e apri i PDF nel visualizzatore integrato invece che in plugin esterni. In pochi minuti alla settimana, l’ecosistema resta snello, aggiornato e leggibile, e tu navighi con serenità senza rinunce inutili.